Le “signore dei fiori” del lago d’Iseo

Due paesi di pescatori, un’isola lacustre chiusa tra le Prealpi orobie bresciane e bergamasche, e una festa centenaria che ogni cinque anni riempie le strade di splendidi fiori di carta, opera di artigianato sapiente tramandata di mano in mano dalle donne del luogo. Siamo a Monte Isola, nel Lago d’Iseo, dove ogni cinque anni, il 14 settembre, i paesi di Carzano e di Novale ospitano la festa più attesa di tutto il lago: è la “Santa Crus”, la Festa della Santa Croce.

La festa trae origine dalla processione che nel 1836 liberò i due paesi da una tremenda epidemia di colera: gli abitanti allora fecero voto di organizzare a cadenza quinquennale una festa grandiosa, a mo’
di ringraziamento, e in duecento anni hanno sempre mantenuto la parola… Tranne in due occasioni: nel 1945 a causa della guerra e nel 2020 a causa del Covid.

La prossima edizione della festa si svolgerà nel settembre 2025 e in paese c’è già fermento: già, perché a caratterizzare la ricorrenza è soprattutto l’esplosione scenografica di fiori di carta che addobbano le arcate di legno e rami di pino sulle strade. Un lavoro enorme, reso possibile dalle mani sapienti delle donne del paese che si incontrano, giorno dopo giorno, per preparare le splendide creazioni: rose, margherite, dalie, e chi più ne ha più ne metta.

“Realizziamo i fiori di carta prendendo esempio da quelli veri e cercando di replicarli più precisamente possibile”, spiega Loredana Soardi, del comitato organizzatore, mentre le mani svelte intrecciano e piegano la carta, creando meraviglie che paiono profumare, tanto sono realistiche. “Ci vogliono cinque anni di lavoro per riuscire a preparare tutti i fiori necessari ad addobbare gli interi paesi”.

Assieme a lei ci sono anche altre “signore dei fiori” – come Raffaella, Giuliana e Giusi – che lavorano in squadra (e in segreto) per ricreare di festa in festa la stessa meraviglia. “E’ una tradizione che viene tramandata di anno in anno, prettamente femminile”, spiega Raffaella “Ora noi li realizziamo con la carta velina e la carta crespa, mentre in passato erano probabilmente realizzati con carta di giornale, materiale povero, che la gente umile dei nostri paesi trovava facilmente”. Sebbene la festa di Santa Croce abbia una grandissima eco nel territorio e attiri numerosissimi visitatori, le signore hanno un solo cruccio: il fatto cioè che siano poche le ragazze più giovani interessate a imparare questa arte e a portarla avanti. “E’ un peccato, sai? Perché questa festa è parte integrante dei nostri paesi, e noi non ci saremo in eterno, a custodire questa tradizione…”.

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